lunedì 1 settembre 2008

Giorno 7

Huaypan, 6 agosto 2007

E' stata l'ultima giornata al "taller" di Huaypan. E' iniziata presto, con la messa alle 6.30 del mattino, nella Chiesa adiacente il collegio; dopo messa, la colazione, nel refettorio che poche ore prima ci aveva molto emozionato.
Al contrario di ieri sera, ci siamo un po' sparsi per i tavoli, assieme alle ragazzine; sono timidissime, tanto che ci paiono quasi buffe (come d'altronde, forse, anche noi sembriamo buffi a loro). Si imbarazzano facilmente, basta anche solo che tu non capisca quando ti parlano, e l'immediata conseguenza è una mano davanti alla bocca a coprirsi un sorriso; e, ad accentuare questo movimento, il voltarsi da un'altra parte, se non magari addirittura il cercare un minimo riparo nei dintorni dell'asse del tavolo. Dopo la colazione, Isabella (la "mama" del "taller") ci accompagna a fare una passeggiata, ad ammirare il paesaggio e a respirare aria buona, così diversa da quella di città che siamo abituati a sopportare quotidianamente.
Scivoliamo così all'ora del pranzo. Le ragazze del collegio sono abituate a recitare una preghiera prima di sedersi a tavola, che sia colazione, pranzo o cena: "Gracias por esta comida che vamos a comer..", che si conclude poi con una "richiesta" affinchè anche i poveri ne abbiano. Neanche il tempo di finire la preghiera che iniziano tutte a urlare i nostri nomi, per averci a tavola con loro. Prendiamo posto e pranziamo insieme; questa volta sono meno timide, ci fanno domande: "Quanti anos tienes", "Tiene enamorada?", "Como se llaman padre e madre", "Si tenemos hermanos o hermanas", e via dicendo.

Il pranzo scivola così, veloce, velocissimo; avremmo voglia di protrarre il pranzo ancora a lungo, e invece il refettorio si svuota. Ma....."Venite jugar la pelota?", ci chiedono. Di nuovo, come rifiutare? Andiamo su un prato lì vicino, in quattro e quattro otto preparano un campetto, e giochiamo a palla prigioniera. La conoscono anche qui, e ci divertiamo un sacco, e anche loro. Tutti insieme, con la polvere che si levava, giochiamo, corriamo, ci divertiamo. Dopo un'oretta termina anche questo fotogramma, perchè le ragazze devono andare a imparare a tessere, e noi dobbiamo prepararci per andare in un paesino, a circa un'ora di cammino di distanza, dove dovremo costruire la casa a una famiglia povera. Questo paesino si chiama Husno. Appena arriviamo, dopo avere lasciato gli zaini in quella che sarà la nostra angusta dimora fino a venerdì (quando torneremo al "taller"), ci rechiamo sul "posto di lavoro".
Diciamo pure che davanti ai nostri occhi vediamo immagini che non abbiamo mai visto; perlomeno, personalmente questa è stata la volta che ho visto le persone più povere: la signora Nelida, con sette figli, senza casa, che vive in mezzo alla polvere. O, meglio, la casa ce l'hanno, ma è crollata un'intera parete, e quindi la differenza non è molta, soprattutto adesso che qui è inverno, e la temperatura, quando tramonta il sole, si abbassa notevolmente. Con Don Nicola, Paolo, i due Michel e tutti gli altri prendiamo un po' di "confidenza" con loro, proviamo a conoscerci, scambiamo qualche parola. Dopo un po' torniamo in casa, ceniamo e preghiamo.
Sono le 21.30, siamo pronti per dormire. Qui, infatti, si vive con l'orario solare nel vero senso della parola: dalle 6 alle 18 c'è il sole, quindi già avendo proseguito fino alle 21.30 abbiamo un po' trasgredito.

4 commenti:

Paola Romitelli ha detto...

Mammamia: una giornata già piena di forti emozioni...che ti cambiano...

giulia ha detto...

Che dolci le ragazze!
ps Ale, la foto con le spighe di grano è veramente spettacolare!! Veramente complimenti!

Alessandro ha detto...

- paola - già, e sono solo le prime..

- giulia - vero? è la mia preferita! ma come si dà a Cesare quel che è di Cesare devo dare al mio amico Mic quello che è di Mic: l'ha fatta lui! Glielo diamo il premio per la migliore foto, che dici? ;)

giulia ha detto...

Assolutamente si, davvero meravigliosa!