Al contrario di quanto pensavamo, neanche stamattina siamo riusciti a riposare: c'era infatti da accatastare la legna (di due furgoni) al taller di Isabella.
Sveglia presto, dunque, con colazione abbondante (ieri abbiamo salutato Luciano, che ci precede nel rientro in Italia, e Isabella ha preparato due ottime torte, di cui sono avanzate ancora parecchie fette), e poi al lavoro. Sembrava un lavoro di poco tempo; in realtà, seppur non è stato faticoso, ci ha portato via tutta la mattinata.
Prima del pranzo ci prepariamo gli zaini (questo pomeriggio partiamo per Chacas), lo stretto indispensabile: sacco a pelo, un maglione, giacca a vento.
Dopo il viaggio ci apprestiamo a 5 (e forse più) ore di viaggio. Chacas non è lontanissima da Huaypan, ma qui le strade sono peggio delle nostre mulattiere; in Italia non ci sogneremmo mai di percorrere strade simili con una vettura.
E, per certi versi, è un peccato: nonostante buche, sballottamenti e brividi intorno ai bordi delle strade, siamo saliti lungo un sentiero che ci ha portati fino a 5000 metri di altezza, circondati da paesaggi mozzafiato.
Purtroppo soffro il mal d'auto, e quindi non riesco a godere a pieno delle meraviglie che abbiamo attraversato; ma, nonostante tutto, era impossibile non notare enormi valloni nei quali ci addentravamo sempre di più, inframezzati di tanto in tanto da distese pianeggianti attraversate da ruscelli. Per non parlare di quando siamo arrivati in cima, al passo dei 5000 metri, da dove abbiamo potuto godere di una vista meravigliosa: "controllare" da dove eravamo venuti, e dove dovevamo arrivare.
Un'altra cosa che mi ha colpito del viaggio, è in un altro aspetto che differisce dalle nostre abitudini: ad un certo punto, subito dopo il passo, il nostro pulmino prende una buca a velocità eccessiva (sarà stato addirittura 30 km/h......) e rompe una balestra. Da noi sarebbe bastato un sms o una chiamate, ad ogni modo un cellulare, per fare venire qualcuno o a prenderci o ad aggiustare il mezzo. Qui, invece, con calma olimpica, l'autista si è fermato, ha fatto scendere tutti noi, dopodiché si è messo a trafficare mezz'oretta ter tamponare il danno e portarci a destinazione.
Giungiamo quindi a Chacas che è già ora di cena; dopo prenderà il via la festa per "mama Ashu", ossia per la festa dell'Assunzione della Madonna.
Resto con gli altri il tempo di assistere a canti, balli, danze e ai primi fuochi d'artificio, nell'enorme parco antistante l'imponente Chiesa di Chacas; poco prima di mezzanotte, però, non riesco più a tenere gli occhi aperti. Vedo Don Nicola che dà la buonanotte a tutti, e lo seguo.
Prima del pranzo ci prepariamo gli zaini (questo pomeriggio partiamo per Chacas), lo stretto indispensabile: sacco a pelo, un maglione, giacca a vento.
Dopo il viaggio ci apprestiamo a 5 (e forse più) ore di viaggio. Chacas non è lontanissima da Huaypan, ma qui le strade sono peggio delle nostre mulattiere; in Italia non ci sogneremmo mai di percorrere strade simili con una vettura.
E, per certi versi, è un peccato: nonostante buche, sballottamenti e brividi intorno ai bordi delle strade, siamo saliti lungo un sentiero che ci ha portati fino a 5000 metri di altezza, circondati da paesaggi mozzafiato.
Purtroppo soffro il mal d'auto, e quindi non riesco a godere a pieno delle meraviglie che abbiamo attraversato; ma, nonostante tutto, era impossibile non notare enormi valloni nei quali ci addentravamo sempre di più, inframezzati di tanto in tanto da distese pianeggianti attraversate da ruscelli. Per non parlare di quando siamo arrivati in cima, al passo dei 5000 metri, da dove abbiamo potuto godere di una vista meravigliosa: "controllare" da dove eravamo venuti, e dove dovevamo arrivare.
Un'altra cosa che mi ha colpito del viaggio, è in un altro aspetto che differisce dalle nostre abitudini: ad un certo punto, subito dopo il passo, il nostro pulmino prende una buca a velocità eccessiva (sarà stato addirittura 30 km/h......) e rompe una balestra. Da noi sarebbe bastato un sms o una chiamate, ad ogni modo un cellulare, per fare venire qualcuno o a prenderci o ad aggiustare il mezzo. Qui, invece, con calma olimpica, l'autista si è fermato, ha fatto scendere tutti noi, dopodiché si è messo a trafficare mezz'oretta ter tamponare il danno e portarci a destinazione.
Giungiamo quindi a Chacas che è già ora di cena; dopo prenderà il via la festa per "mama Ashu", ossia per la festa dell'Assunzione della Madonna.
Resto con gli altri il tempo di assistere a canti, balli, danze e ai primi fuochi d'artificio, nell'enorme parco antistante l'imponente Chiesa di Chacas; poco prima di mezzanotte, però, non riesco più a tenere gli occhi aperti. Vedo Don Nicola che dà la buonanotte a tutti, e lo seguo.
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