giovedì 4 settembre 2008

Giorno 10

Husno, 9 agosto 2007

Gli "adobes" sono finalmente finiti, nel senso che ce n'è a sufficienza, e possiamo passare a scavare nella terra e creare corridoi, nei quali poi getteremo pietre come fondamenta.
Anche oggi "don Victor" (il capocantiere) non è il massimo dell'allegria e della simpatia; non ci rende partecipi del progetto. E, soprattutto, ci indispettisce il fatto che pensi a procedere un passo alla volta, senza pensare alla globalità del progetto stesso: ad esempio, questa mattina abbiamo sollevato chili e chili di pietre, e le abbiamo disposte su un lato della casa, dal momento che l'indicazione era che "c'era bisogno di accumulare pietre lì"; nel pomeriggio la disposizione è diventata di "cominciare a riempire i corridoi che avevamo scavato partendo dal lato più basso della casa, che il caso ha voluto fosse quello opposto a quello dove le avevamo accumulate in mattinata.
Probabilmente non è don Victor strano, o scontroso, o incapace. Probabilmente è la mentalità vigente in queste società ancora poco avanzate, che consiste nel non programmare le cose a lungo, ma di risolvere un problema alla volta, che si impone anche sul lavoro.
Sono le 17, la giornata lavorativa è finita, e siamo pronti a tornare a casa; gioco ancora un po' con Leonela, che si diverte a farsi lanciare in aria e poi a farsi riprendere. Ho sollevato pietre (come tutti, d'altronde) tutto il giorno, ho la schiena a pezzi, ma come si fa a non regalare qualche momento di gioia ad una bambina così dolce? Ogni volta che la sollevavo sembrava che le regalassi una macchina, un ingresso allo stadio, o tutte queste cose di cui abbiamo bisogno (me compreso) per essere felici.
Ora sono seduto fuori di "casa", seduto su una panchina a guardare il tramonto. I colori sono splendidi: all'orizzonte il sole è dietro la montagna, e rimangono il colore rosso a contornare le cime, e il rosato, fino a sfumare in quell'azzurrino che a minuti diventerà un blu intenso cosparso di stelle.
Cala la sera, e l'unica nota stonata è il solito freddo: nel girò di un quarto d'ora mi sarò già messo un cappello di lana e la giacca a vento.

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