La giornata di oggi è stata caratterizzata da un lavoro duro, durissimo, massacrante, per tutti: chi caricava e chi li trasportava sulla schiena, ad ogni modo abbiamo impilato 4 file di "adobes", per un totale di 420 mattoni. Alla fine della giornata la mia schiena è a pezzi. Stefania, una delle tre ragazze del gruppo, mi fa un massaggio, al termine del quale mi dice che immagina proprio che mi faccia male, perchè sono duro come una roccia.
Ad ogni modo, per quanto non c'entri nulla con l'esperienza che sto vivendo, oggi non riesco a non scrivere di un'altra situazione. Saranno anche gli scherzi del destino, che hanno messo uno dietro l'altro due giorni significativi, per me: ieri, un giorno che ha caratterizzato anni del passato; oggi, un giorno che potrebbe rappresentare il mio presente. Un mese fa, infatti, avevo quasi avuto l'illusione di avere coronato un sogno. Dico illusione, perchè dopo quel 13 luglio eccezionale, qualcosa, di cui non conosco origini e motivazioni, ha fatto sì che mi svegliassi di colpo. Il destino ha voluto che, dopo il mio risveglio, fosse già ora di partire per questa avventura, il che mi ha obbligato a lasciare la situazione in sospeso. In sospeso, proprio come me, tra il paradiso e il grigiore dell'abitudinaria vita quotidiana.
Ora si dorme, domani forse ci si può riposare un po'. Poi per tre giorni non si lavora più, si va a Chacas, c'è una festa.
1 commento:
Ve la siete proprio meritata, 'sta festa e...i tre giorni di riposo.
Posta un commento