domenica 26 ottobre 2008

Giorno 21

Huaypan, 20 agosto 2007

Oggi è la giornata della discesa dal rifugio. Dopo una notte in cui pochi sono riusciti a dormire a causa dell'altitudine, è ora di tornare alla missione di Huaypan.
Partiamo alle 10.30, e la nostra guida ci dice che "correndo, in un paio d'ore si arriva. Altrimenti ce ne si mette 3-4".
Non avendo nulla da fare, in teoria non sarebbe dovuto importare a nessuno quanto tempo fosse necessario per arrivare a destinazione; a me sì però, perchè volevo chiamare casa, e dunque sarebbe stato importante arrivare alla Missione non più tardi delle 15 (le 22 in Italia). Per questo motivo, ho tenuto spesso sotto controllo l'orologio; e, sempre per questo motivo, ho di nuovo potuto "apprezzare" quanto da questa parte del mondo la concezione del tempo sia così distorta rispetto a quella che abbiamo noi: proprio perchè avevo in testa l'intenzione di chiamare casa, mi trovavo spesso a chiedere alla guida quanto mancasse. Ad un certo punto, con mio sollievo, mi ha risposto che "mancherà mezz'ora, esagerando un'oretta scarsa". Beh, inutile dire che il tempo necessario per arrivare a Huaypan è stato almeno il doppio, e non perchè nel tragitto ci fosse capitato qualcosa; sì, ci siamo fermati un attimo per riposare, e qualche volta per fare un paio di foto, ma non sono certo stati questi minuti a far raddoppiare il nostro tempo di percorrenza.
E' che qui il tempo non è un'ansia, un'angoscia, un'oppressione, come da noi; qui ci si mette il tempo necessario per fare ogni cosa, senza l'assillo del farlo presto, o di corsa. Ecco quindi che anche la percezione della mezz'oretta o oretta scarsa non è, nella mentalità di qui, sbagliata: non avendo il pensiero di arrivare in fretta, e non avendo altro da fare che passeggiare a contatto con la natura e immerso in paesaggi da togliere il fiato, è assolutamente possibile che la nostra guida quantificasse in un tempo misero il tempo necessario per percorrere la distanza.
Arriviamo a Huaypan, e la "nostra" Isa ci fa trovare un bel pranzo (sono le 15!): pasta, secondo e contorno, addirittura un pezzo di dolce! Che cara, e quanto apprezziamo queste premure! Che, forse, nell'abitudine del nostro mondo, forse non apprezzeremmo come qui.
Passiamo il pomeriggio a riposare, siamo stanchi dalla due giorni di cammino; ceniamo con Padre Burbis, che ci racconta qualcosa sulle "esperienze" come quella che abbiamo vissuto, facciamo un paio di mani a belote, e andiamo a dormire: domani è l'ultimo giorno qui a Huaypan.

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