mercoledì 22 ottobre 2008

Giorno 20

Rifugio dell'Huascaran, 19 agosto 2007

Dopo la messa del mattino a Mushno, ci incamminiamo sul sentiero che ci condurrà al rifugio dell'Huascaran, a 4700 metri di altezza.
Sarà che, in un certo senso, una metafora troppo inflazionata come quella montagna/vita è quello che sto vivendo in questi giorni, però durante la salita ho pensato molto a questo paragone: una salita faticosissima, durante la quale c'è la necessità di qualche sosta defaticante e di rilassamento; momenti nei quali vuoi mollare, credi che non ci riuscirai, che non riuscirai ad arrivare alla meta, che c'è da fare troppa fatica e che tu non sei in grado di sopportarla.
E, invece, per finire, alla cima ci arrivi, e vieni ripagato di tutti gli sforzi fatti durante la salita..

Per quanto riguarda la metafora con la vita.. Beh, l'unica cosa che forse non quadra è che non è vero che nella vita sempre, per forza, si arriva alla meta; e non è neanche detto che, nella vita, ci sia solo una meta da raggiungere; non è detto, inoltre, che le mete che ci prefissiamo siano tali che, per raggiungerle, siano sufficienti i nostri sforzi, ed è questo il mio caso, al quale anche oggi non riesco a non pensare.


Ecco, diciamo che io ero convinto di avere già raggiunto la meta, e invece mi ritrovo in una sosta, ad un punto morto, che non so se si supererà, anche perchè non dipende da me, o non solo, o comunque non so da cosa dipenda.
So, però, solamente, che arrivare alla meta, in questo caso, ripagherebbe tutti gli sforzi, i momenti tristi e le difficoltà incontrate lungo il sentiero. E' un desiderio che speravo di poter esprimere, appoggiato al muretto del rifugio, alla ricerca di una stella cadente, sotto la maestosità dei 6600 metri dell'Huascaran, in uno sfondo da cartone animato vecchio stile Walt Disney.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' bello quello che scrivi... vorrei solo aggiungere due considerazioni sul paragone montagna/vita.. ti assicuro che neanche in montagna arrivi sempre alla meta, anzi spesso ti tocca rinunciare. E non per scelte tue. Per il maltempo, per qualche imprevisto, perché stai andando troppo piano e non riuscirai a scendere di giorno... e in montagna è difficile dire basta, come è difficile nella vita. Difficile tornare indietro, con quel sapore di sconfitta che ti resta in bocca e che a volte non dipende neanche da te. Ma come la vita, la montagna ti insegna ad accettare anche questo..

Inoltre anche per la montagna la meta non è mai unica.. perché per ogni cima che raggiungi il tuo sguardo spazia all'orizzonte alla ricerca della prossima..perché una volta in cima, dopo la gioia, la serenità,il riposo, subito ti salta in testa la solita domanda... "e adesso?".

Questo paragone inflazionato mi insegna ogni volta cose nuove. Perché anche se molti ne parlano, viverlo è altra cosa. Ti accorgi che ci sono tantissime sfumature dello stesso concetto. E ti accorgi soprattutto che la montagna può in un qualche modo insegnarti a vivere. Ed è per questo che ne sono così innamorato.

Alessandro ha detto...

We Mich! Ho visto solo oggi quello che hai scritto, e devo dire che mi ha fatto un sacco piacere, anche perchè non solo hai espresso meglio di me quello che volevo dire, ma mi hai anche fatto pensare a degli aspetti che non avevo considerato. D'altronde io non sono un esperto di montagna, come lo sei tu. Quindi non c'era una persona migliore per potermi dare queste "imbeccate"..